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LO STADIO DI CUMA

Dagli scavi eseguiti a ridosso delle mura settentrionali, ad ovest della Porta Mediana, sono emersi i resti di uno stadio di età ellenistica. Questo genere di edificio ludico è molto diffuso  in Grecia e in Anatolia mentre in Italia gli esempi più importanti sono di epoca romana e realizzati a Roma e a Puteoli, rispettivamente da Domiziano e Antonino Pio.

Pertanto la scoperta rivela che l'edificio è il più antico del genere in Italia e al momento l'unico portato in luce in quanto è nota la presenza di un edificio analogo realizzato a Neapolis (II sec. a.C.) ma del quale ancora non c'è evidenza archeologica. Più precisamente, lo scavo ha restituito decine di metri di cavea divisi da un tratto non scavato in quanto attraversata da una falda freatica.

Uno dei due tratti di gradinate riportati in luce presenta una maggiore cura nella formazione dei sedili, sagomati in modo da separare la seduta dalla superficie calpestabile di chi è seduto alle spalle, sul gradino superiore. Inoltre, sono state individuate ima, media e summa cavea con settori separati da scalette ed un diazoma (corridoio) tra media e summa cavea.

Si è riscontrata la presenza di una tribuna sovrapposta alle gradinate, sicuramente realizzata in tempi diversi (tra II e I sec. a.C.) caratterizzata da due livelli modanati, collegati da un gradino più largo realizzato in cocciopesto, decorato con frammenti regolari di pietra calcare. La conformazione della detta tribuna è stata interpretata come destinata in parte ai giudici di gara e l'altra per la presentazione degli atleti da premiare.

Particolare interesse ha suscitato la presenza di un altare posto sulla parete di fondo dell'edificio per le implicazioni religiose legate ai giochi, cosa non riscontrata in altri edifici accomunabili. Comunque, gran parte della struttura è ancora da scavare e pertanto non ancora chiaro l'intero sviluppo dello stadio e la relazione dello stesso con l'impianto urbanistico della città.

Bibliografia: Lo stadio di Cuma - Marco Giglio - 2015

 

 

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